Le nostre adorabili, decima puntata

Come il titolo di un film di François Truffaut del 1968, protagonista Jeanne Moreau, meravigliosa. Diciamolo subito: questa automobile francese, che ha conteso alle Citroën DS e ID il ruolo di scura berlina istituzionale, ha un’aria di famiglia. Qualcosa ricorda, sia pure in scala ridotta le nostre Lancia Flaminia e soprattutto le inglesi Morris Oxford, MG Magnette, Austin Cambridge, Wolseley 15/60, Riley 4/68, una generazione di berline di fascia alta. Sono infatti tutte sgorgate dalla stessa matita di Pininfarina grazie agli accordi presi dal carrozziere torinese con la BMC (British Motor Corporation), il gruppo che aveva rilevato queste gloriose marche salvandole dal fallimento. Bisognava impostare un’economia di scala che permettesse di usare quanto più possibile la stessa componentistica, cosa che aveva spinto gli inglesi a bussare alla porta di Pininfarina, esperto anche dell’industrializzazione oltre che nel design.

Ovviamente la Peugeot non faceva parte di questo accordo ma decise di rivolgersi allo stesso sarto per rinnovare la gamma della sua efficiente ma antiquata 403, uscita nel 1955 ma risalente alla precedente 203 nata addirittura nel 1948. Fu così che, rielaborando in parte gli stilemi della Flaminia (calandra, pinne caudali, flinea di cintura alta, fiancata rettilinea), Pininfarina disegnò un’auto ancora più sobria delle equivalenti inglesi e la rese concorrenziale, per affidabilità se non per stile, con la rivoluzionaria Citroën (tuttavia imbattibile per numeri di rivoluzionarie innovazioni).

Il suo punto di forza era la proverbiale robustezza del motore e della carrozzeria. Anche se messi a dura prova dal traffico metropolitano (era la preferita dei taxisti) o dalle piste sahariane, dai sassi e dalla neve, dove se la giocava con mezzi nati per il fuoristrada. Il suo indistruttibile motore era un’unità inizialmente di soli 1,618cc alimentata a carburatore per una potenza massima di 72CV, che salirono a 86 con l’impianto a iniezione. A questa si aggiungerà nel 1963 una versione a gasolio con cilindrata portata a 1.948cc per una potenza di 68CV, sufficienti a garantire un onesto lavoro. In Africa non è raro vedere ancora qualche 404 compiere le sue corvée, sopravvissuta a un’infinità di concorrenti. Esisteva anche in versione coupé, cabriolet, famigliare e autocarro.

E per chi pensasse fosse un’auto “borghese” seduta, una macchina da famiglia numerosa e senza sex appeal, voglio ricordare che Enzo Ferrari ne guidava una tutti i giorni quando non affondava l’acceleratore dei suoi purosangue e quasi sempre relegando nel posto del passeggero l’autista Dino Tagliazucchi. L’altra prediletta, come abbiamo già raccontato, era la Mini Cooper regalatagli da sir Alec Issigonis. La 404, oltre che essere l’auto personale di Ferrari, era in forza, nella versione familiare, anche come auto appoggio della Squadra Corse.

Ecco, aggiunte altre dieci macchine all’elenco delle indimenticabili… ma ancora non ci siamo. Prima o poi dovremo tirar fuori anche quelle (tantissime) che non sono entrate in questo elenco pur essendone pienamente meritevoli. E dato ho tirato per le lunghe, anche questa volta toccherà rimandare la storia della Giulietta Sprint Veloce Zagato che continuo a promettere come un marinaio. Prima o poi ci arriveremo.
(10/ Fine) Le altre puntate 1/ La Topolino – 2/ NSU Prinz – 3/ Giulia Sprint GT – 4/ Lancia Fulvia Sport Zagato – 5/ Il Maggiolino – 6/ Toyota Land Cruiser – 7/ Triumph TR4 – 8/ Alvis TD21 – 9/Mercedes Pagoda