Car and Friends

Valerio Berruti
Marco Tullio Giordana

Tutto quello che non dovete sapere sulle auto

Bulli e Tesla uniti da un filo rosso, anzi nero

Per una strana coincidenza della storia, i 75 anni del Volkswagen Bulli, celebre pulmino tedesco sempre chiamato in modo diverso fino all’erede elettrico I.D. Buzz, intreccia il suo anniversario con la saga-maga di Tesla e di Elon Musk. Saga di vendite del marchio in calo nel mondo, maga (o Maga) di eccessi da potere del boss che stanno rovinando anche sulla sua creatura automobilistica.

Si scorge un filo rosso, anzi nero, che collega Bulli e Tesla. Nel 1950 Volkswagen decise di produrre il suo pulmino derivandolo dal Beetle, il piccolo Maggiolino notoriamente voluto da Adolf Hitler nel 1938 e poi sbarcato in America a sfidare le tre Big di Detroit. Chissà se per mancanza dei social di oggi, l’origine nazista del Bulli fu tuttavia ignorata dal movimento hippie americano, che trasformò il pulmino in un simbolo libertario per viaggiare da una Woodstock a un’altra, per viverci dentro, per farsi e per farci l’amore.

Il presidente Donald Trump con Elon Musk

La Tesla è invece diventata “Swasticar” nelle accuse di un movimento inglese, amplificate eccome dai social. Merito di Musk che ha sposato l’estrema destra mondiale, sostenendo elettoralmente la presidente dell’Afd tedesco, partito filo-nazista. Con un percorso inverso, Tesla rischia quel che il Bulli non ha rischiato: di essere abbandonata per il saluto da raduno da Terzo Reich di Musk, dopo aver vissuto pericolosamente e poi con successo come marchio di auto elettriche ambito dal progressismo green e tech.

La verità è che Bulli e Tesla non c’entrano nulla con il nazismo, auto felici e solo a loro insaputa legate da un filo rosso, anzi nero, da recidere e basta. Non prima di riderci su per alcune battute su entrambe, fonte quel corrosivo umorismo ebraico di cui per altro il cinema anglosassone ha disseminato tante tracce, dai fratelli Marx a Mel Brooks fino a Woody Allen.

Elon Musk

Nel 1959, Volkswagen decise di affidare la pubblicità negli Stati Uniti del Beetle e successivamente del Bulli all’agenzia newyorchese DDB, acronimo di Doyle, Dane e Bernbach, autori di geniali campagne che faranno il giro del mondo. Preso il cliente, a una prima riunione della DDB un creativo esclamò: “Dobbiamo vendere un’auto nazista in una città ebrea”. Un paio di mesi fa, sul forum americano Reddit che ha appena deciso di sbarcare in Borsa, tal JamMasterPickles scrive a proposito della deriva destrorsa di Musk: “Un mio amico è ebreo e guida una Tesla. Dice che il pilota automatico continua a portarlo alla stazione ferroviaria”.

Tagliamo il filo nero, anche se la strana coincidenza ci vaga ancora in testa. Colpa di Leonardo Sciascia, che una volta ha scritto: “Io credo che le sole cose sicure in questo mondo siano le coincidenze”.