Jack Lemmon acquistò nel 1968 questa stupenda Rolls-Royce Silver Cloud III del 1965 e la tenne fino alla sua scomparsa nel 2001, all’età di 76 anni. Recentemente è stata messa in vendita dal dealer americano Daniel Schmitt & Co, gli appassionati di auto appartenute a celebrità sono avvertiti.

Verniciata in nero, interni in pelle chiara, l’auto non ha percorso che 39.000 miglia ed è sempre stata tagliandata presso il concessionario Rolls-Royce di Beverly Hills. Si tratta dell’ultima evoluzione della Silver Cloud, nata con un motore 6 cilindri in linea, in questa serie sostituito da un V8 di 6.230 di 216 Hp di potenza (misurati al banco dal restauratore, è noto che la casa madre non dichiarava la cavalleria delle sue auto limitandosi a dichiararla “sufficiente”). La Silver Cloud III venne prodotta in 2.376 esemplari dal 1962 al 1965 (dunque questa è una delle ultime) quando venne sostituita dalla Silver Shadow.


Curiosamente, il compagno prediletto di tante avventure cinematografiche, Walter Matthau, ne aveva una identica. Insieme hanno creato un sodalizio comico infallibile, da Non per soldi… ma per denaro (The Fortune Cookie, 1966, prodotto e diretto da Billy Wilder), La strana coppia (The Odd Couple, 1968 Paramount, diretto da Gene Saks) che avrà trent’anni dopo un seguito con La strana coppia II (The Odd Couple II, 1998, Paramount, diretto da Howard Deutch, il loro ultimo film insieme.

Altri insieme: Prima pagina (The Front Page, 1974, Universal, diretto da Billy Wilder) e Buddy Buddy, 1981, MGM sempre di Wilder), That’s Amore – Due improbabili brontoloni (Grumpy Old Men,1993, Warner Bros, diretto da Donald Petrie) e il seguito Gli impenitenti (Out to Sea, 1997, 20th Century Fox, diretto da Martha Coolidge). Ne restano tanti altri interpretati come protagonista dal solo Jack Lemmon che per l’elenco non basterebbe lo spazio di queste note. Voglio almeno ricordare L’appartamento (The Apartment, 1960, prodotto e diretto da Billy Wilder, Cosa è successo tra mi padre e tua madre (Avanti!, 1972, sempre prodotto e diretto da Billy Wilder) e Maccheroni, prodotto da Filmauro e diretto dal nostro Ettore Scola con Marcello Mastroianni (e altri eccellenti attori italiani), girato a Napoli nel 1985,

John Uhler Lemmon III (Newton 1925-Los Angeles 2001) è stato uno dei più versatili attori americani, vincitore di due Oscar (per La nave matta di Mister Roberts (Mister Roberts, 1956, Warner Bros, diretto da John Ford e Mervyn LeRoy) e Salvate la tigre (Save the Tiger, 1974, Paramount, diretto da John G. Avildsen), ottenendo in totale nel corso della carriera ben otto candidature al prestigioso premio. Altri premi nei principali festival europei: la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia con Americans (1992), L’Orso d’argento al Festival di Berlino per Tribute- Serata d’onore (1981) e per due volte il Prix d’Interpretation al Festival di Cannes per The China Syndrome(1979, diretto da James Bridges) e per Missing (1982, diretto da Costa-Gavras).

In questo film c’è una delle sue più potenti interpretazioni ed è impossibile restare indifferenti alla ricchezza di sfumature con cui Jack Lemmon costruisce la progressiva disillusione del mito di un’America integra e scevra da maneggi golpisti in un conservatore (il protagonista Ed Horman) che aveva votato per Nixon e riteneva Kissinger un equilibrato mediatore. Dovrà rendersi conto che suo figlio è stato ucciso dai servizi segreti cileni durante il colpo di stato di Augusto Pinochet del 1972 e che l’Ambasciata americana ha preferito coprire tutto anziché aiutarlo a recuperare il corpo.
Il borghese Ed Horman perde la sua fiduciosa ingenuità senza che nulla risulti didascalico e predicatorio, merito della finezza della sua recitazione e dell’impeccabile regia di Kōnstantinos Gavras, in arte Costa-Gavras. Un film che andrebbe rivisto oggi a maggior ragione, intanto per la sua bellezza, poi per la rima terribile con questo nostro tempo di sopraffazioni e insulti continui alla democrazia e al diritto all’autodeterminazione. Guardate un po’ dove ci porta una Rolls-Royce!

Per non chiudere con questa nota di tristezza, ricordiamo un altro capolavoro di Billy Wilder dove il Nostro, insieme ai deliziosi complici Marilyn Monroe e Tony Curtis (e, non in sottordine, George Raft nella parte del truce mafioso e Joe E. Brown nella caricatura spassosa di Osgood Fielding II), dimostra di essere interprete capace di qualsiasi cosa, perfino di cambiare sesso e farci vivere tutti felici e contenti come nelle belle favole.
