Il semaforo compie cent’anni. Almeno quello automatico con le tre luci, verde, giallo e rossa che compare in Italia per la prima volta nel 1925 a Milano. In realtà il primo esempio di qualcosa che si avvicinava a quello automatico, debutta a Londra, ben 57 anni prima. Anno di grazia 1868 quando nel centro della city viene sperimentato un semaforo con una lampada a gas di colore rosso e verde, che si rivela però subito pericoloso a causa della presenza stessa del gas. Esperienza da dimenticare.

E infatti più o meno così avviene, dato che per vedere il primo semaforo elettrico devono passare un altro bel po’ di anni. Arriviamo infatti al 1914 ma dobbiamo anche attraversare l’oceano perché a battezzarlo è la città di Cleveland, Ohio. Aveva sempre i colori rosso e verde ma funzionava a mano. A New York, invece, quattro anni più tardi, compaiono finalmente i primi semafori a tre luci (si aggiunge la gialla) che vengono però brevettati solo nel 1923 da G. A. Morgan.
Il semaforo automatico, lo stesso da cui derivano gli attuali, arriva a Milano nel 1925. Nel capoluogo lombardo viene installato all’incrocio tra le vie Orefici, Torino e Mazzini. Possiamo immaginare le facce dei milanesi che, raccontano le cronache dell’epoca, hanno subito pensato ad uno scherzo. Niente affatto, così appena chiarito l’equivoco accorrono in migliaia a vedere il semaforo che, però, fin da subito crea parecchi problemi al traffico, invece che risolverli.

In effetti, quel semaforo milanese non era proprio semplice da decifrare: era infatti regolato direttamente dai vigili urbani e composto da 5 colonne luminose (come le 5 strade che si incrociavano), ognuna con il compito di gestire il traffico proveniente da una determinata direzione. E già soltanto per questo potete immaginare la confusione e forse gli improperi. Ma il prototipo aveva anche altre complicazioni perché c’erano addirittura 4 colori che, combinati tra loro, davano le indicazioni a veicoli, carrozze, cavalli, ciclisti ecc… Ad esempio, rosso e bianco significava via ai pedoni e stop ai veicoli, giallo e verde via a tutti i veicoli senza distinzione, e così via.
Solo nel 1960, con il nuovo codice della strada, i tre colori assunsero la sequenza e la funzione attuale. Con tutte le piccole e qualche volta inutili evoluzioni. Quanto dura il giallo? Ma si può veramente passare? E perché il rosso è così lungo? Insieme a tante altre domande. Ovviamente ognuna con una sua risposta tecnica, contenuta nel codice della strada. Ma quanta confusione ancora. Forse per una nuova regolamentazione e gestione dei tempi ci vorrebbe davvero l’intelligenza artificiale. Ma provate voi a sperimentarla dalle nostre parti?
Quindi dopo un secolo esatto, eccoci qui. Sbigottiti non certo come quei primi milanesi di fronte alla rivoluzionaria novità del tempo ma certamente sicuri che qualcosa da migliorare c’è sempre. Anche adesso…