Car and Friends

Valerio Berruti
Marco Tullio Giordana

Tutto quello che non dovete sapere sulle auto

C’era una volta la Jaguar. La prima showcar del nuovo corso elettrico divide subito gli appassionati. Se questo è il futuro…

La nuova era della Jaguar ricomincia da una passerella parigina. È lì che ha debuttato nei giorni scorsi il prototipo Type 00 con tanto di livrea blu opaca in omaggio alla Francia ospitante. Il look della showcar è quello visto a dicembre durante la Miami Art Week, in quel caso il colore scelto era il rosa: stile decisamente vistoso, linee taglienti, abitacolo minimalista e lunotto senza vetri.

Una svolta radicale che va dalla scelta esclusivamente elettrica alla nuova identità di marca. Qualcosa che ci fa nuovamente sussurrare: c’era una volta la Jaguar. Una svolta che non poteva passare inosservata e che ha naturalmente diviso il mondo dell’auto. Jeremy Clarkson, il noto e sempre passionale conduttore televisivo inglese ha alzato ancora una volta il tiro sentenziando (come ha riportato il Times): “Negli ultimi mesi ci si è molto lamentati e si sono digrignati i denti per la decisione della Jaguar di smettere di produrre automobili e iniziare a produrre un grande elettrodomestico rosa”.

E per togliersi l’ultimo sassolino dalla scarpa ha aggiunto: “È come se McDonnell Douglas abbandonasse la produzione di jet da combattimento per dedicarsi alle creme per le mani profumate”.

Insomma, provocazione a parte, è proprio il caso di ripetere: c’era una volta la Jaguar, l’auto british che faceva girare la testa. Sempre e comunque. Quella di Diabolik, la mitica Type E del 1961, ma anche quelle della casa reale inglese. Eleganza, sportività e lusso. Un’auto nata due volte. Anzi tre. La prima nel 1922 a Coventry con il nome di Swallow Sidecar Company. La seconda nel 2008 quando gli indiani della Tata acquistarono sia la Land Rover che la Jaguar, salvando i due marchi da enormi difficoltà finanziarie e soprattutto garantendogli un futuro.

Ma è la terza rinascita a zero emissioni, quella tutta da capire. Un nuovo corso annunciato con largo anticipo su tutti i concorrenti di cui si comincia a delinearsi soltanto ora la prima immagine. Eccola dunque ricomparire la Jaguar con un nuovo logo e nei panni di una GT destinata a dividere e spiazzare il pubblico più tradizionalista ma anche gli appassionati del marchio. Eccola la futura GT Type 00 che apre la nuova era. Non certo perché elettrica (lo diventeranno quasi tutte) ma perché legata ad altri valori, come arte e diversità.

“Una Jaguar non deve essere la copia di nulla”, diceva infatti il fondatore Sir William Lyons. E la nuova “creatura”, almeno sotto questo punto di vista è proprio un’interpretazione alla lettera di quel pensiero. Design visionario, persino con un evidente richiamo alla Type E. Ovvero coda corta e cofano lungo. Ma anche il portellone posteriore senza vetro, gli sportelli che si aprono a farfalla, un abitacolo che fa sfarzo di materiali come l’ottone, il travertino e tessuti tramati a mano, il giaguaro sparito dal cofano sostituito dal logo con due J contrapposte e una scritta con maiuscole e minuscole fin troppo ricercata. E infine, come se non bastasse, gli incredibili colori Pink e Blue.

Effetto “Wow” garantito ma che diranno gli amanti della tradizionale e indimenticabile Jaguar? Come prenderanno questo nuovo posizionamento che lancia tra l’altro questo modello (e gli altri a seguire) nell’Olimpo del super lusso (auto da centomila euro in su) dove il marchio non era mai arrivato? Ancora una volta “prendere o lasciare”. Perché l’auto rinata per la terza volta sembra più una creatura divina, figlia di una nuova liturgia solenne dell’automobile che interpreta fino all’esasperazione la contemporaneità più trendy. C’era una volta la Jaguar…