Auto elettrica sì o no? O meglio, oggi ve la comprereste una vettura tutta a batteria? Una prima risposta, in realtà, la danno i numeri. Che al momento indicano che circa 4 italiani su cento compiono il fatidico passo. Un po’ pochi visto che, salvo nuovi sviluppi, fra dieci anni esatti chi vorrà un’automobile nuova in Europa dovrà per legge acquistarla elettrica.

Ma andiamo con ordine e proviamo a rispondere alla domanda iniziale con tutti i dati a disposizione. Partiamo dal costo iniziale che è mediamente più alto del 40 per cento rispetto all’analogo a benzina, diesel o ibrido. Quindi, partenza con handicap e un bel macigno sulle spalle. Però, bisogna considerare che qualcosa si potrà recupererà sul rifornimento. Ma attenzione perché la questione va esaminata con attenzione. L’energia, infatti, come d’altronde la benzina, ha costi oscillanti, oggi più alti, domani più bassi. Così, anche se in rete girano conteggi di ogni tipo, il vantaggio alla fine è a favore dell’elettricità soltanto se si scelgono abbonamenti con le cosiddette tariffe flat. Qualcuno conviene di più, altri meno. La cosa migliore, comunque, sarebbe installare la wallbox a casa. Ma quanti possono farlo?

Costi a parte rimane il problema del rifornimento. Non proprio un’inezia. Molti sostengono che le colonnine sono poche. Il che è falso. L’Italia, infatti, ha il più alto numero di ricariche, oltre 60 mila, rispetto al circolante di tutta Europa (19 punti a uso pubblico ogni 100 elettriche circolanti, al terzo posto dopo Olanda e Belgio). Ma c’è, purtroppo, un rovescio della medaglia: molte non funzionano ancora (colpa quasi sempre di problemi burocratici, servono 22 permessi per installarle e farle “partire”) e altre sono occupate abusivamente da vetture a benzina o diesel. Tutto questo sta migliorando ma la strada è lunga.

Entrando nel campo della speranza dobbiamo tornare al prezzo delle auto elettriche perché non tutti possono permettersi di aspettare anni per recuperare l’esborso iniziale grazie al risparmio energetico. A migliorare le cose, purtroppo ancora in prospettiva, ci sono grandi numeri, la cosiddetta economia di scala che nel giro di poco tempo potrebbe abbattere i listini. Già, ma quanto tempo? Intanto, però, ci sono gli incentivi che però non potranno certo essere eterni. E infatti, l’ultima tornata in Italia è durata appena mezza giornata: tutti esauriti in un sol colpo.
Che fare allora, la compro o no l’auto elettrica? Se la mettiamo sul terreno dell’ambiente, dipende. Per azzerare le emissioni di CO2 al momento della guida non c’è che l’elettrica o l’auto a idrogeno (molto di là da venire). Ma quanto inquina davvero la produzione di queste automobili? E soprattutto come funzionerà lo smaltimento delle batterie? altre soluzioni non ci sono. Insomma, il tempo peggiora e il cielo si fa nuvolo.

Poi però arriva un altro dubbio: sarò davvero libero di spostarmi come con un’auto a benzina? È vero che la mia autonomia sarà condizionata dai tempi lunghi di ricarica e dalla ricerca di centraline? Per ora sì, anche se in parte. L’autonomia vera e propria, infatti, è un falso problema. In molti casi l’elettrica fa più chilometri di una benzina (le ultime generazioni superano tranquillamente i 600 chilometri e molti modelli a benzina non ci si avvicinano nemmeno). C’è un “però”. Perché per rifornire una vettura tradizionale bastano pochi minuti dal benzinaio che trovi ovunque, per un’auto a batteria, invece, occorre attaccarsi alla spina per alcune ore. E soprattutto a trovarla quella colonnina di ricarica.