Dici Bentley e pensi subito ad una delle automobili più esclusive del mondo. Eleganza e potenza. La macchina di Sua Maestà britannica. E invece c’è anche dell’altro. Per esempio, un cocktail, con altrettanto fascino e un bel po’ di storia. Naturalmente è un drink inglese, creato da Harry Craddock al Savoy Hotel, in onore dei “Bentley Boys”.

Ma andiamo con ordine. Anzi, per la precisione, andiamo a Cricklowood, a nord di Londra dove i Bentley Boys se la spassavano. Erano una vera e propria banda di appassionati di motori capitanata da Woolf Barnato che dal 1927 al 1930 ha guidato la marcia trionfale della Bentley alla 24 Ore di Le Mans. Anni in cui a fare le spese del predominio del marchio inglese è soprattutto la Bugatti.

Così, di vittoria in vittoria compare ad un certo punto un barman della Normandia che per sigillare il tutto inventa il suo cocktail che chiama proprio Bentley. E’ a base di Calvados. Harru Craddock, questo il nome dell’inventore lo serve per la prima volta nel 1927 all’hotel Savoy di Londra proprio durante l’evento che celebra la prima vittoria del marchio inglese. Fu un evento spettacolare, al punto da finire nelle cronache dell’epoca. Lo racconta Stefano Nincevich nel suo libro “Cocktail Safari, un viaggio avventuroso nella storia di oltre 70 drink”. Una festa “in cui i Bentley Boys ne combinano di tutti i colori, tentando tra l’altro di entrare nel ristorante con l’automobile”.

Insomma, storie a parte, il successo del cocktail è immediato, al punto che tre anni dopo, nel 1930, viene inserito nel celebre “The Savoy cocktail book”. Nel 1961 entra nel gruppo dei 50 cocktail della codificazione mondiale Iba (International Barman, Association). Oggi è ancora un classico per estimatori e si prepara così: 1/2 Dubonnet rouge; 1/2 Calvados oppure brandy. Quindi si shakera con il ghiaccio (brevemente ma con energia) e si serve in coppetta da da cocktail, meglio ancora da Martini, con twist di limone.

Poi c’è il Sidecar, la cui origine (una delle tante) è legata proprio al vecchio mezzo di trasporto composto da una motocicletta e una carrozzina? Il motivo? Qui sta il divertimento. Anzi la leggenda. La paternità del drink, infatti secondo una prima versione spetterebbe a Harry MacElhone, barman e proprietario dell’Harry’s Bar di Parigi il quale, nel 1920, decise di dedicare il cocktail ad un eccentrico signore che era entrato nel suo bar in sella al sidecar. Un’altra versione, meno fascinosa, narra di un capitano dell’esercito che era solito andare al bar proprio con un sidecar, durante gli anni della seconda guerra mondiale.

Leggende a parte, il Sidecar è un classico dei cocktail, tradizionalmente preparato con cognac (otto parti), Cointreau o Triple sec (2 parti) e succo di limone da mescolare nello shaker riempito a metà di ghiaccio. Filtrare e servire in un bicchiere col bordo inzuccherato. Guarnire con una striscia di buccia di limone. E quando uscite dal bar lasciate perdere il sidecar. Anzi, meglio non guidare proprio…