Vedi anche le dieci macchine che sconvolsero…

Un caro amico inglese ne aveva una, comprata di seconda o terza mano, bellissima nonostante gli anni e la consunzione degli interni in pelle Connolly che profumavano ancora, ma non davano alla testa come le pelli delle auto italiane conciate evidentemente in modo diverso (inebriavano e davano alla testa). Cruscotto in piuma di radica, volante Bluemells a tre razze con sottili raggi in acciaio cromato (che ricordavano quelli delle Daimler e delle Land Rover), cambio a cloche, era complicata per me da condurre per via della guida a destra che comportava sempre ragionamenti non intuitivi a ogni incrocio o rotonda da affrontare. Se però si andava in autostrada o nelle sperdute strisce di asfalto che tagliano le campagne del Regno Unito (meglio ancora se con cielo nuvoloso ma senza pioggia!) era davvero una gioia guidarla.

Silenziosa e morbida, macchina all’antica cui non bisognava chiedere eccitazioni sportive ma lo stesso comfort di un treno di lusso dov’era consentito conversare perfino sottovoce. Infatti, nonostante un sei cilindri in linea di 2993 cc che produceva 115 Cv, la velocità massima raggiungeva a malapena i 166 kmh, gli stessi della nostra Giulietta Sprint che non aveva nemmeno la metà della cilindrata! Le sospensioni erano a ruote indipendenti con molle elicoidali all’avantreno e balestra semiellittica al retrotreno (non proprio rivoluzionarie!), e fortuna che su questa serie i freni fossero finalmente a disco almeno sull’avantreno, conservando i tamburi per le ruote posteriori, cosa che dava una certa sicurezza di poter arrestarne l’imponente massa entro limiti ragionevoli.

Insomma tutto si può dire tranne che fosse un’auto “moderna” ma chi l’acquistava non voleva certo ostentare la propria ricchezza né primeggiare in fughe in avanti. Non ne aveva certo bisogno Filippo di Edimburgo che se ne fece allestire una speciale versione convertibile nel 1961 targata OXR1.

Al contrario di molte autovetture di lusso che col tempo decadono e finiscono in mano poco raccomandabili, la Alvis TD21 ha sempre avuto l’apprezzamento di una clientela riservatissima e lontana dagli esibizionismi. Ancora oggi in UK si possono trovare esemplari perfettamente conservati ed è chiaro che chi le ha possedute deve averle amate alla follia. Fu carrozzata principalmente dalla londinese Mulliner Park Ward ma lo svizzero Graber ne alleati una piccola serie ancora più sofisticata e preziosa, oggi ricercatissima.
(continua alla prossima puntata) 1/ La Topolino – 2/ NSU Prinz – 3/ Giulia Sprint GT – 4/ Lancia Fulvia Sport Zagato – 5/ Il Maggiolino – 6/ Toyota Land Cruiser – 7/ Triumph TR4