Car and Friends

Valerio Berruti
Marco Tullio Giordana

Tutto quello che non dovete sapere sulle auto

L’unica fila che piace agli italiani

Se c’è da mettersi in coda – alla posta, al botteghino, alla cassa, al tornello della metropolitana – tocca spesso affrontare un groviglio di corpi che cercano di scavalcarti a destra e a manca per avanzare di un posto, guadagnare una posizione o forse, semplicemente, per fregare quello che sta davanti. Non c’è niente da fare: tutti sono dominati dall’impazienza, dall’emergenza che passa davanti a tutto e tutti e dalla convinzione di meritare la corsia preferenziale.

C’è però una fila che gli italiani adorano: la seconda. Qualche volta anche la terza.

Se non si trova posto per parcheggiare – nemmeno sulle strisce, nemmeno nell’area riservata ai disabili, nemmeno dove passano le rotaie del tram – nessuno trova più il tempo di fare un’altra volta il giro dell’isolato. Si scaraventa la macchina in seconda fila e peggio per gli altri se intralcia, se qualcuno deve uscire dal suo posto, se l’autobus rischia di restare incagliato. Perfino quando comincia il concerto di clacson degli intrappolati, nessuno accorre, nessuno s’affretta a rimediare. I supercafoni se la pigliano con comodo e se qualcuno protesta si offendono e sono pronti alla rissa.

Comportamenti metropolitani, direte. Magari fosse così. Vedo l’inciviltà delle macchine propagarsi dovunque, perfino dove ci sarebbe spazio per tutti, perfino nei posti dove basterebbero pochi metri per accomodare il mezzo e lasciare in pace il resto del mondo.